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Dove

La sinagoga di via Stretta fu edificata in seguito all’istituzione del ghetto (1633) al posto della antica sinagoga precedentemente in uso, esterna all’area di reclusione. L’edificio è il risultato dell’accorpamento di volumi preesistenti appositamente riadattati per la nuova funzione. Come sempre nei ghetti, nessun elemento esteriore manifesta l’identità del luogo, tanto per sicurezza quanto per norma imposta. Tre portoni scandiscono la facciata: quello a destra scende al pozzo e al forno per le azzime pasquali; quello centrale conduce direttamente al vestibolo della sinagoga; quello a sinistra sale all’ampio matroneo, sviluppato a mezza altezza lungo la parete sinistra dell’aula. Nella sala confluirono gli arredi della antica sinagoga, fra i quali il prezioso aron rinascimentale della seconda metà del Quattrocento, oggi esposto al Jewish Museum di New York. Se ne ha una rappresentazione sommaria in un manoscritto del 1704. L’attuale aspetto risale infine ad una consistente ristrutturazione conclusa nel 1857, da inquadrare nel clima di emancipazione che si andava gradualmente attestando. L’aron fu sostituito con una struttura a tempietto colonnato a pianta circolare di gusto neoclassico, in linea con il nuovo arredo circostante. La nuova tevah fu sistemata sul fronte opposto secondo un impianto di tipo bifocale. Si tramanda che fu l’arcivescovo – in rapporti di stima con il presidente della Comunità – a consigliare le manifatture per la decorazione della sinagoga; a ciò andrebbe ascritta la vicinanza stilistica di alcuni motivi ornamentali del duomo con gli stucchi del catino absidale e della trabeazione su cui si innesta la volta della sinagoga.


Via Stretta 43

Per visite
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Tel. +39 071 202638
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