Cosa
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Dove
Inaugurata nel 1935, la sinagoga di Genova sostituisce l’antico oratorio settecentesco organizzato presso le Mura di Malapaga. A inizio Novecento, lo sviluppo demografico del gruppo aveva reso ormai necessario un nuovo tempio, che si voleva monumentale, in grado di identificare una comunità emancipata e inserita nella società. Ne curò il progetto l’architetto Francesco Morandi che concepì un edificio eclettico con influenze romaniche e orientaleggianti, con struttura in calcestruzzo armato e rivestimento bugnato in Pietra di Finale.

Al centro del complesso si trova l’aula sinagogale, chiusa sui lati brevi da due absidi poligonali. A oriente, l’imponente aron ha-qodesh marmoreo è collocato all’interno di un palco cinto da una balaustra, che un tempo definiva anche l’area della tevah. L’ambiente ha assunto l’attuale configurazione a pianta centrale nel 1997, quando è stata realizzata una nuova tevah in legno, ispirata alla coffa di una nave. Le maioliche che la decorano, opera dell’artista Emanuele Luzzati, rappresentano i simboli delle dodici Tribù di Israele; lo stesso tema si ritrova nelle vetrate dell’abside, anch’esse di Luzzati e già presenti dal 1959. Due ordini di matroneo corrono lungo tre lati della sala; alla base del primo livello, alcuni versi tratti dai Salmi e dai Profeti: le lettere marcate da un punto formano il nome del consigliere Tobia Cohen Pavia che fu fra i promotori dell’opera.

L’edificio comprendeva nell’ultimo piano sovrastante la sinagoga anche spazi per uffici e per la scuola, oggi riadattata per esposizioni temporanee. Nei locali seminterrati è invece organizzato un piccolo oratorio per il periodo invernale, arredato con significativi elementi dell’antica sinagoga della Malapaga. Negli stessi locali si trovano gli uffici, la sala per feste e riunioni sociali, un’aula per le attività didattiche dedicate ai bambini e il miqveh. All’esterno, un cippo commemora il rabbino Riccardo Pacifici che, durante le persecuzioni razziali, rifiutò sino all’ultimo di lasciare il paese per sostenere la sua Comunità, e che fu infine arrestato e deportato nel 1943.


Via Bertora, 6
 
Per visite
Comunità ebraica di Genova
Tel. +39 010 8391513
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Sala rialzata di alcuni gradini, senza ascensore.