Cosa
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Dove
Sino alla prima metà dell’Ottocento si trovava a Ivrea un oratorio di rito tedesco, definito nella documentazione dell’epoca “poco ampio e poco decoroso”. Fu l’intervento del rabbino maggiore del Piemonte, Sabato Graziadio Treves, nell’ambito di una profonda riorganizzazione comunitaria avviata nel 1822, a dare impulso alla costruzione di una nuova sinagoga. La Comunità mise mano al progetto negli anni dell’Emancipazione e, nel clima di entusiasmo, diede forma ad un grande tempio che si dimostrò da subito sovradimensionato rispetto alle reali necessità del gruppo locale: inaugurato nel 1875, non fu quasi mai utilizzato. Nello stesso complesso, fu allestito anche un piccolo oratorio invernale dove tuttora, occasionalmente, la Comunità si ritrova.

Le due sinagoghe sono ricavate all’interno di un edificio del vecchio ghetto; non hanno caratteri monumentali esteriori che ne manifestino la presenza.

L’aula del tempio grande presenta la disposizione interna tipica delle sinagoghe dell’Emancipazione, assimilata al modello delle chiese cattoliche: due settori di banchi in file parallele rivolti verso tevah e aron che sono associati in un’unica area, collocata in posizione opposta alla zona di ingresso. Il perimetro della sala, finemente dipinto ad effetto marmo, è scandito da colonne e lesene con capitello ionico e trabeazione; su di esse poggia un’ampia volta a botte affrescata.

Nel piccolo oratorio invernale si conserva un pregevole aron in legno scolpito, laccato di nero con decorazioni dorate.


Via Quattro Martiri, 24

Primo piano senza ascensore.

Per informazioni e visite:
Comunità ebraica di Torino
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